domenica 2 novembre 2014

Sante Pollastro, i materassi e la bicicletta



Il bandito e il campione - testo di Luigi Grechi

Sante Pollastro rubava materassi nelle case e li portava via in bicicletta. Era il 1921 a Novi quando, per coprirsi la fuga, Sante sparava ai lampioni  e  anche a qualche compaesano. "Perfettamente fedele all' immagine che si era figurata Cesare Lombroso scrivendo trent' anni prima il saggio Il ciclismo nel delitto, dove teorizzava che il velocipede, con le possibilità che offriva di filarsela via dopo un colpo, era una irresistibile tentazione a delinquere. Era il «motore» di quegli anni, la bicicletta. Il filo conduttore di infinite storie."[Gian Antonio Stella, Corriere della Sera,  2006] 
La storia del bandito più famoso d'Italia  in quello sciagurato e povero periodo che divideva le due Guerre Mondiali, era stata narrata da Luigi Grechi  nella canzone resa nota da Francesco De Gregori Il bandito e il campione nel 1993.
Perché parlare qui di banditi in bicicletta?  La povertà dell'Italia nei tempi del Pollastro era assoluta. Possedere un materasso e un cuscino, allora, era privilegio di pochi e adesso si fa fatica ad immaginarlo. Eppure pensare al bandito e ai suoi compari che caricano sulle biciclette cinque cuscini, cinque materassi e due coperte di lana, nella notte gelida (uno dei bottini per cui Sante venne poi ricercato) fa una certo effetto. Noi tenaci romantici della bicicletta che componiamo questo Co.S.Mo.S., non siamo indifferenti allo stato di povertà assoluta verso cui l'Italia corre ora. Siamo convinti, per giunta, che uno dei modi per rallentare questa corsa e, crediamo, per invertirne addirittura la direzione, sia utilizzare meglio il territorio. Promuoverne una viabilità sostenibile è un'imperativo categorico. E ora che siamo in tanti a pensarlo, ora che in molti si muovono in bicicletta anche per fare turismo, non possiamo farci trovare impreparati. Agevolare il cicloturismo, con strutture adeguate è una delle strategie possibili per non ridurci a trasportare, nelle notti gelide d'Inverno, i materassi di qualcun altro sulle nostre biciclette. (M.P.)

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